Le cause prime della psoriasi e dell’artrite psoriasica, sua complicanza articolare che riguarda il 30 per cento circa di chi è affetto dalla malattia cutanea, sono ancora oggi poco chiare. Sappiamo per certo che si tratta di patologie infiammatorie che colpiscono rispettivamente le cellule della pelle e le articolazioni nelle quali il sistema immunitario ha un ruolo centrale. A scatenarle tuttavia è un insieme di cause genetiche e ambientali: non a caso si parla di patologie multifattoriali.
Da tempo è nota una predisposizione genetica: per la psoriasi conosciamo almeno 52 geni coinvolti su cui fattori esterni e ambientali hanno un peso determinante. Eventi esterni hanno infatti un peso rilevante nell’attivazione dei geni: tra questi ci sono alcune infezioni, traumatismi, lo stress e l’uso di alcuni farmaci come i betabloccanti. Per quanto riguarda l’artrite psoriasica, invece, già dieci anni fa ricercatori dell’Università di Manchester avevano identificato le varianti genetiche associate all’insorgenza di questa patologia, ma non della psoriasi: alla base, il ruolo di un gene presente sul cromosoma 5, HLA-B27.
Lo scorso anno, però, uno studio pubblicato su Nature Communications ha fatto un notevole passo in avanti individuando un altro gene, noto come Ikbkb, che sembra avere un ruolo determinante tanto nella psoriasi quanto nell’artrite psoriasica: da quanto emerge dalla ricerca, firmata da studiosi australiani, esso sarebbe legato all’insorgenza della psoriasi mentre quando a essere mutati sono due geni i pazienti possono sviluppare l’artrite psoriasica. Impiegando un modello animale, i ricercatori hanno chiarito che una mutazione del gene Ikbkb spinge a un’attivazione delle cellule T regolatorie, parte del sistema immunitario, che contribuisce all’infiammazione alla base della malattia.
Certo non si tratta del primo studio condotto sul ruolo della genetica nella psoriasi e nell’artrite psoriasica. Già da tempo infatti indagini su famiglie di psoriasici e in particolari sui gemelli dimostrano l’esistenza di basi genetiche: è noto infatti che una persona con un genitore affetto da psoriasi ha un rischio di sviluppare la patologia che si aggira tra il 4 e 10 per cento, percentuali che salgono fino al 62-70 per cento in chi ha un gemello monozigote con psoriasi. Quanto all’artrite psoriasica, gli studi tendono a indicare il rischio di sviluppare la patologia per fratelli e parenti di primo grado di soggetti affetti tra il 30 e il 55 per cento.
Peraltro prima della ricerca australiana studi genetici avevano già individuato diversi loci di suscettibilità, cioè punti del Dna che possono influenzare più o meno direttamente l’insorgenza della psoriasi e dell’artrite psoriasica: ad esempio in comune tra le due è stata individuata l’associazione al locus PSORS1. Va però precisato che se nel loro insieme possono avere un peso, presi singolarmente i loci non consentono di stabilire con ragionevole certezza il rischio di sviluppare una o entrambe le patologie: ciò ha sempre impedito la formulazione di test genetici validi.
L’avanzamento della ricerca in questo ambito potrà cambiare le cose, come sembra fare lo studio australiano: questo è infatti rilevante in quanto potrà forse permettere di comprendere meglio la progressione della malattia cutanea e soprattutto lo sviluppo dell’artrite psoriasica: secondo gli scienziati, infatti, questo filone di ricerca potrà condurre a migliori e più precoci diagnosi e a opzioni di trattamento sempre più efficaci. In particolare, la comprensione di questi meccanismi genetici potrà forse un giorno portare allo sviluppo di programmi di medicina personalizzata in grado di formulare terapie mirate per ogni singolo paziente in funzione delle caratteristiche genetiche della sua specifica forma di psoriasi o artrite psoriasica.
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